Un’altra giornata di vento leggero per i laseristi impegnati nell’Italia Cup organizzata dal Windsurfing Club Cagliari. Una delle ultime brezze estive ha fatto sì che il Comitato di Regata presieduto da Luciano Cosentino, sia riuscito a portare a termine tre regate per gli Standard e due per Radial e 4.7.
Bordeggio non facile con il vento che sbandierava random un pò a destra e un pò a sinistra senza nessun preavviso. Pochi hanno saputo essere sempre al posto giusto nel momento giusto, tra questi Marco Gallo che, tra gli standard ha centrato due primi posti. Ma non è primo in classifica. Il primo è Marco Benini che, oggi, ha scavalcato il nostro Enrico Strazzera, autore di una vittoria ma frenato da un terzo e un quarto. Per loro rimane ancora una sola determinante prova che assegnerà la vittoria.
Nei Radial il favoritissimo Guido Gallinaro, grazie ad una regolarità incredibile (scarta ora un secondo posto), non ha problemi a stare davanti alla flotta, mentre Alberto Tezza tiene a bada la prima signorina, Isabella Filippo. Soddisfazione per la Sardegna che vede Martina Schirru vincere la prima prova e piazzarsi in sesta posizione assoluta.
Nei 4.7 il siciliano Giuseppe Santagati sembra prendere il volo anche se la classifica sembra ancora da definire, soprattutto per le altre due posizioni del podio che vedono papabili Lucia Nicolini, Ruggero Ranieri e Matteo Abbrescia. Ma non si esclude l’inserimento nella bagarre per il podio di qualche altro nome
Una cosa ha colpito chi non è abituato a seguire le regate nazionali di Laser: la grande compostezza ed educazione di tutti i regatanti. In una classe ad altissimo contenuto agonistico con regate tiratissime fatte di giri di boa affollatissimi, partenze difficilissime e ingorghi di vario genere, non abbiamo visto un solo regatante alzare la voce o sbottare. In barca giuria, zona in cui i si creavano grovigli che sembravano inestricabili, alla fine tutto si risolveva con qualche educata sgomitata, tutto nel massimo rispetto di regole e avversari. Gran bella classe!
foto by Fulvio Fiorelli
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